Ricorso per DECRETO INGIUNTIVO e PRECETTO, quanto tempo abbiamo e come agire?
Oggi parliamo di decreti ingiuntivi e precetti richiesti dalle banche e parliamo soprattutto di quanto tempo abbiamo per fare un ricorso per decreto ingiuntivo e, di conseguenza, bloccare l’azione della banca.
Quando ci si trova in difficoltà con il rimborso del credito che ci ha concesso una banca, la situazione che si crea è più o meno sempre la stessa.
Nel caso di un mutuo o di un finanziamento si iniziano a pagare le rate con minor regolarità; nel caso di un conto corrente potrebbero verificarsi delle situazioni di sconfinamento non autorizzato, vale a dire dei prestiti che la banca concede, ma che non sono supportati da un contratto.
Se questa situazione si protrae nel tempo e permane fino a diventare costante e critica, viene comunicato al debitore che tutto il denaro prestato dovrà essere immediatamente restituito. Questa comunicazione viene inviata dalla banca o spesso, e ultimamente sempre di più, dalle società che acquistano i crediti, le così dette società cartolarizzanti.
Dopo la comunicazione di totale chiusura del credito, Il debitore spesso e volentieri rimane da solo, senza ulteriori comunicazioni fino al momento in cui arriva a casa una “lettera verde” che può contenere un decreto ingiuntivo o un atto di precetto in caso di finanziamento assistito da ipoteca.
Il Codice di Procedura Civile mappa precisamente le azioni che il creditore mette in atto per tutelare il proprio credito.
Il decreto ingiuntivo è un atto giudiziario con il quale il creditore chiede al giudice di imporre al debitore il pagamento di una determinata somma. Se questa richiesta non viene opposta efficacemente dalla parte debitrice e il giudice la accoglie, il decreto ingiuntivo diventa esecutivo: la somma richiesta non può essere più contestata.
Se il credito invece riguarda un finanziamento assistito da ipoteca (finanziamento ipotecario o finanziamento fondiario) la banca, in molti casi, può saltare lo step del decreto ingiuntivo procedendo direttamente con un precetto in cui chiede al tribunale di ordinare l’immediato pagamento delle somme a debito.
Il decreto ingiuntivo e l’atto di precetto spianano la strada alle procedure di espropriazione: il creditore può chiedere al tribunale di rivalersi sui beni del debitore per il pagamento del debito, procedendo alla messa all’asta degli immobili, al congelamento dei conti correnti, o al pignoramento di porzioni dello stipendio.
Ora vediamo 5 punti operativi per agire e fare ricorso nel caso ci venisse recapitato un decreto ingiuntivo o un tato di precetto:
- Per opporsi a un D.I. la procedura consente solamente 40 giorni.
- In caso di precetto la procedura non prevede dei termini per l’opposizione, ma concede al creditore di intraprendere azioni contro il debitore dopo soli 10 giorni.
- Visti i tempi strettissimi, il debitore deve preoccuparsi di ritirare (presso Uffici Postali o Uffici Giudiziari) tutte le comunicazioni per non sprecare tempo prezioso.
- Sarà necessario attivare un legale perché possa seguire la procedura giudiziale nel rispetto dei termini, in modo che il debitore non veda svanire i diritti di difesa per via di un mero ritardo. Approfondirà anche le azioni intraprese dalla banca, valutando eventuali errori nella esecuzione.
- Sarà necessario rivolgersi a un tecnico, perché analizzi le posizioni e i contratti oggetto del credito vantato dalla banca. Il tecnico ricostruisce la storia dei rapporti bancari, in modo da individuare imprecisioni che permettono di richiedere indietro delle somme o addirittura si possano attivare delle sanzioni che riducono il credito della banca fino, nelle situazioni più estreme, a ribaltare la situazione e farlo diventare un credito per il cliente.
Nel caso in cui riceviate un decreto ingiuntivo o un precetto attivatevi immediatamente: se avete bisogno di un chiarimento per la strategia o per approfondire gli importi da contestare alla banca non esitate a contattarci, noi siamo qui per voi!